“Hai mai ascoltato una canzone di Fabrizio De Andrè cantata con il Sax?
A 17 anni ho imparato a sonicchiare la chitarra per cantare Fabrizio De Andrè. Ero affascinato dalle pennellate che utilizzava per descrivere personaggi e situazioni, dai suoi testi, dalle tematiche che narrava: tutto mi ha preso per mano e tutto mi ha accompagnato nel mio personale periodo di formazione contribuendo a farmi diventare un uomo. Poi la vita, le scelte, i dolori e gli anni, lo studio della musica e l’immersione nel Jazz. De Andrè, i suoi testi, i suoi personaggi, sono sbiaditi, ma sono rimasti sullo sfondo della mia vita. Fino a quando, in uno dei miei tanti vagare per la Sardegna, sono capitato all’Agnata e lì nel Suo studio ho visto il panorama che Lui vedeva: in quel momento ho sentito che dovevo rientrare in quel mondo, ritrovare quei personaggi, portandoci quello che ero diventato; interpretandolo a mio modo secondo le esperienze che ho avuto, secondo la musica che ho studiato, secondo quello suonato, secondo quello che ho ascoltato: Secondomé”.
Non un tributo, ma una personale visione in musica delle storie, dei personaggi, della dimensione intellettuale di Fabrizio Dè Andrè. Musica capace di narrare, attraverso 5 suite, senza un testo e senza una voce, con un’estrema attenzione al timbro ed ai suoni, le grandi tematiche trattate da De Andrè: la Libertà, le Donne, gli Ultimi, il mistero dell’amore e della guerra, il Mare, la Fede. Musica interrotta solo brevemente dalla voce del Sassofonista che con le sue riflessioni e suggestioni introdurrà una ad una le Suite suggerendo un percorso di ascolto.